Nei precedenti articoli abbiamo parlato di due tipi di font “graziati“: i font lapidari e i font romani moderni (anche detti font bodoniani). Tali caratteri, in realtà, sono un evoluzione dei caratteri tipografici rinascimentali ovvero dei così detti font romani antichi (conosciuti anche come font veneziani). In questo articolo approfondiremo quali sono i font veneziani più conosciuti, scopriremo la loro origine ma soprattutto, impareremo a riconoscerli.
Indice rapido
Origini del carattere romano antico
Spesso per identificare i font che sono stati prodotti in Italia durante il rinascimento, soprattutto nei paesi anglosassoni, si utilizzano i termini “Roman”, perché essi sono disegnati sulla base delle lettere romane e “old style“, per distinguerli dai romani neo-classici.
In lingua italiana, si utilizzano, invece, i termini “romani antichi”, per quelli che Aldo Novarese classifica come font veneziani e “romani moderni”, per indicare i font bodoniani. Novarese usa il termine “veneziani” perché tali font hanno origine dalla tradizione tipografica veneziana di fine ‘400. Scopriamo quindi la genesi di questi affascinanti caratteri tipografici.
Dai caratteri lapidari alla lettera romana
Le origini dei font veneziani sono da ricercare nella così detta “lettera romana”, quindi, il carattere “lapidario” inciso su pietra che successivamente si trasformera nella scrittura “minuscola carolingia”. Per tale ragione questi font vengono anche chiamati “romani antichi“.
Partiamo dalle origini classiche. Il carattere “lapidario” nasce intorno al VI Secolo a.C. quando veniva utilizzato nelle iscrizioni dei monumenti e raggiunge la sua maturità formale in epoca augustea, in cui viene definito l’alfabeto romano.
Durante il V secolo d.C., con la diffusione della cultura romana e della scrittura libraria, partendo dalle incisioni lapidarie viene sviluppata la “capitale libraria elegante“.
Infine, durante il periodo carolingio viene introdotta la “minuscola carolina” definendo così la scrittura libraria occidentale che oggi conosciamo.
Circa 400 anni dopo, a partire dal XIV secolo, come reazione alla scrittura gotica imperante in quel periodo, umanisti come Coluccio Salutati e Poggio Bracciolini riscoprirono questa scrittura, credendo che fosse utilizzata dagli antichi Romani. Questa convinzione portò alla creazione della minuscola umanistica rotonda.
Nascita dei font veneziani
Agli albori del rinascimento, mentre il tedesco Johannes Gutenberg sviluppava la nuova tecnica di stampa a caratteri mobili utilizzando caratteri gotici, figure come Aldo Manuzio e Nicolas Jenson, a Venezia, danno vita alla prestigiosa scuola tipografica veneziana che rivoluzionerà il mondo dell’editoria e della cultura più della stampa stessa.
La grande differenza della tradizione veneziana e sostanzialmente l’utilizzo di caratteri non gotici, ispirati cioè dalla scrittura romana che in quegli anni stava ricominciando a prendere piede in Europa.
Nel 1458, il re di Francia inviò il maestro della zecca di Tours, Nicolas Jenson a Magonza per studiare l’invenzione rivoluzionaria di Johannes Gutenberg: i primi caratteri tipografici realizzati con una lega di piombo, stagno e antimonio. Jenson rimase in Germania fino al 1468, anno della morte di Gutenberg, apprendendo così l’arte della stampa a caratteri mobili.
Benché le fonti non siano chiare, gli storici ci dicono che probabilmente Jenson, intorno al 1469, si trasferì a Venezia per lavorare per Giovanni da Spira, il primo a installare una tipografia nella città lagunare. Giovanni da Spira godeva di un privilegio che gli assicurava il monopolio dell’attività per cinque anni, ma la sua morte, avvenuta tra il 1469 e il 1470, fece decadere il privilegio scatenando una vivace concorrenza.
Fu allora che Jenson decise di aprire la propria stamperia, la prima di un maestro non tedesco a Venezia. Tra il 1470 e il 1480, egli contribuì a consacrare la città di Venezia come centro propulsore dell’arte della stampa. La sua maestria nell’intaglio e nel disegno si rifletteva nella precisione delle sue prime edizioni e intorno al 1470 disegna il carattere tipografico che oggi possiamo identificare come “Antiqua” (Per alcuni il font è “Jenson“), uno dei più raffinati caratteri tipografici tondi del Quattro-Cinquecento.
Tale font fu utilizzato ampiamente da uno dei i maggiori editori di ogni tempo, Aldo Manuzio. Egli, oltre ad utilizzare e diffondere i caratteri romani, introdusse il carattere a stampa corsivo, poi chiamato stile “Italic“. Con le sue numerose innovazioni segnò la storia dell’editoria e promosse avanzamenti in tipografia insuperati fino ai nostri giorni.
Il 29 maggio 1480, dopo anni di rivalità industriale e commerciale, Jenson stipulò un contratto di società con la stamperia di Giovanni da Colonia. Anche dopo la morte di Jenson, avvenuta poco dopo il 7 settembre 1480, continuarono a essere pubblicati libri con la sottoscrizione:
charactere impensaque optimorum Iohannis de Colonia Nicolai Jenson sociorumque.
Per i suoi meriti, papa Sisto IV lo nominò conte palatino nel 1475. Per tutto il rinascimento e oltre, grazie a Jenson e Manuzio, quella veneziana fu considerata la tradizione tipografica più importante al mondo, generando i caratteri tipografici che hanno contraddistinto la storia della stampa e dell’editoria occidentale.
Caratteristiche distintive
I punzoni dei font antichi erano artefatti artigianali, realizzati con tecniche per certi versi medioevali, tali font sono caratterizzati da grazie morbide e poco geometriche con aste che poggiano su un piede leggermente ricurvo e le forme ricordano ancora il tratto della penna.
Schematizzando, possiamo riassumere che i font romani antichi o font veneziani si distinguono dagli altri font graziati per alcune caratteristiche chiave:
- Contrasto basso: Una delle differenze più importanti rispetto ai romani moderni è il basso contrasto tra tra le aste orizzontali e verticali.
- Grazie non geometriche: Le grazie sono generalmente curve, arrotondate o comunque rette ma irregolari, conferendo al carattere un aspetto classico.
- Altezza della minuscola: L’altezza dell’occhio o della minuscola è ridotta.
- Elementi inclinati: Le grazie dei tratti ascendenti sono inclinate. Inoltre Storicamente anche le aste trasversali sono inclinate anche se in alcune versioni moderne questo elemento viene a mancare.
- Spessore curve: Le curve di occhi e occhielli hanno generalmente spessori irregolari, più spessi verticalmente e più sottili orizzontalmente.
Uso moderno dei romani antichi
Durante i circa 500 anni di storia, i font romani hanno rappresentato un punto di riferimento per la stampa e la produzione libraria. Usatissimi per la composizione dei testi, font come l’Antiqua, il Garamound (Claude Garamound XVI secolo) e il Bembo sono stati dei riferimenti stilistici per il settore editoriale di tutto il mondo.
L’utilizzo principale, quindi, ancora oggi e quello della stampa di libri. Le forme morbide, le legature e il basso contrasto delle aste, infatti, rendono questi font dei caratteri perfetti per la composizione di testi lunghi a dimensione ridotte.
Oggi questo tipo di caratteri viene utilizzato anche nel settore della comunicazione. Ad esempio per creare delle identità visive con un forte richiamo al classicismo o al rinascimento.
Altri esempi dei più diffusi font romani moderni
Oltre ai famosissimi Antiqua e Garamound, ci sono numerosi altri font romani antichi che sono diventati popolari nel corso degli anni. Tra questi possiamo trovare:
- Jenson – Creato da Nicolas Jenson nel 1470, è uno dei primi caratteri romani.
- Bembo – Basato sui caratteri di Aldo Manuzio e Francesco Griffo, è un classico del Rinascimento.
- Aldine – Un altro carattere di Aldo Manuzio, noto per la sua eleganza e leggibilità.
- Centaur – Ispirato ai caratteri di Jenson, è stato creato da Bruce Rogers nel XX secolo.
- Poliphilus – Basato sui caratteri utilizzati da Aldo Manuzio per l’Hypnerotomachia Poliphili.
- Minion – Un carattere moderno ispirato ai tipi veneziani del Rinascimento.
- Adobe Jenson – Una rivisitazione moderna del carattere originale di Jenson.
- Venetian 301 – Basato sui caratteri di Nicolas Jenson, è un omaggio alla tradizione tipografica veneziana.