Storia del Marchio: L’araldica

Oggi il mondo della comunicazione visiva è dominato dalla presenza di marchi e logotipi di ogni tipo, il graphic design contribuisce a sviluppare e diffondere soluzioni creative sempre nuove. Tuttavia, la storia dei marchi nel mondo occidentale è lunga, affonda le sue radici nell’epoca dei graffiti rupestri. I primi marchi si manifestarono con la nascita dei primi gruppi di artigiani che usavano “marchiare” le loro opere con sigle e simboli. Questa usanza divenne una pratica assai diffusa con la configurazione dei primi gruppi di muratori, scultori, massoni e scalpellini. 

I simboli e gli artigiani

Nel corso dei secoli le civiltà hanno sviluppato linguaggi e sistemi di scrittura sempre più evoluti. In occidente l’alfabeto greco e latino si è evoluto in relazione al progresso scientifico e tecnologico, passando attraverso la stampa a caratteri mobili di Gutemberg, le tecniche di incisione calcografica, la xilografia fino ad arrivare alle tecnologie digitali.

Tuttavia, fino ad uno o due secoli fà la maggior parte della popolazione era analfabeta. Questo favorì lo sviluppo di altri sistemi di comunicazione visiva che venivano utilizzati da mercanti e artigiani che spesso non erano in grado di leggere e scrivere o che comunque si relazionavano, commercialmente, con soggetti analfabeti. Proprio per questa ragione, i tagliapietre che volevano segnare i loro “prodotti” come pagati, i mercanti che volevano riconoscere la loro merce e gli artigiani che volevano firmare le loro opere, svilupparono un sistema di segni che oggi definiremmo “marchi”.

L’araldica nobiliare

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Arte araldica europea. Denis Diderot-Parigi 1776, incisione su rame.

Allo stesso modo, le famiglie nobiliari già nel Medioevo (Successivamente anche le ricche famiglie borghesi del Rinascimento) svilupparono dei marchi di casato. Cominciarono a creare un universo visivo che trasmettesse una certa immagine al popolo. Ispirandosi alle pratiche già presenti nell’era romana e attingendo alla cultura e alla tradizione mitologica e religiosa. Così l’uomo cominciò non solo ad utilizzare i segni per scrivere ciò che diceva con la parola ma cominciò ad utilizzare il segno per “marchiare” gli oggetti, per lasciare la testimonianza di se stesso sulle cose. Questo gesto dà così un valore diverso all’oggetto; Un valore sempre più legato a qualcosa di carattere emotivo. Questo processo porterà alla nascita dei marchi di qualità, marchi di fabbrica e infine, ai marchi commerciali.

ESTRATTO DA SEGNI & SIMBOLI (di Roberto Maiolino approfondimento di “Segni e Simboli” di Adrian Frutiger) – Testo completo su: https://www.robertomaiolino.it/publishing.html

Autore dell'articolo: Roberto Maiolino

Formazione professionale da graphic designer, lavoro nel settore nel marketing tradizionale e digitale. Una figura unica per la grafica, la comunicazione e l’advertising. Da anni lavoro per le aziende sul territorio nazionale e per le agenzie di comunicazione del Trentino-Alto Adige. www.robertomaiolino.it

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