
Impaginare vuol dire disporre gli elementi all’interno della pagina. Nell’abito del desktop e digital publishing, si intende pagina, una qualsiasi area nel quale poter organizzare e disporre contenuti visivi. Giusto per fare un parallelismo, come il interior designer organizza gli elementi all’interno di una stanza, il graphic designer organizza gli elementi visivi all’interno di una pagina.
Abbiamo visto nei precedenti articoli, che una buona progettazione si basa soprattutto sull’equilibrio, che il progettista si raggiunge grazie a determinate scelte durante il processo creativo. Come disporre gli elementi visivi all’interno di una pagina è una delle scelte più importanti e a volte difficili da prendere, per fortuna esistono diversi approcci e processi che ci aiutano ad organizzare il contenuto nel modo migliore. Vediamoli insieme.
Indice rapido
Il layout
Il primo e imprescindibile step progettuale per qualunque progetto grafico è senza dubbio il layout. Prima di inserire in una pagina immagini e il testo, infatti, dobbiamo organizzare lo spazio che abbiamo a disposizione attraverso uno schema semplice nel quale predisponiamo gli spazi per gli elementi grafici.
Il layout costituisce la struttura grafica del nostro artefatto, l’ossatura utile ad organizzare gli spazi e predisporli al montaggio finale. Attraverso dei tratti semplici possiamo quindi andare a prevedere diverse configurazioni della pagina andando ad indicare immagini (generalmente un rettangolo con le diagonali), titoli e testi (Indicati da delle linee orizzontali distanziate da un’interlinea). Questo schema può essere realizzato a mano, su un foglio oppure direttamente a PC attraverso appositi software.
Grazie a questo approccio possiamo andare a prefigurare in maniera molto veloce un numero elevato di configurazioni e scegliere quella più convincente o utilizzarne più di una. Per un prodotto editoriale come una rivista, un libro o un quotidiano, infatti, possono essere realizzati diversi layout. Ad esempio, si possono realizzare una serie di varianti che permettono una disposizione dinamica degli elementi nelle diverse pagine.

Lo stesso vale nel mondo digital, in cui si creano diversi layout per i prodotti digitali. Nel caso di una pagina web, ad esempio, possiamo realizzare il nostro layout attraverso un wireframe, nel quale andiamo a predisporre le aree della pagina e prevedere la disposizione dei moduli che utilizzeremo.

Tuttavia, realizzare dei layout efficaci è meno semplice di quello che sembra. Serve esperienza e studio ma soprattutto serve un approccio progettuale che ci permetta di avere il controllo a monte del risultato che avremo a valle. Prima di realizzare i layout quindi è opportuno costruire una gabbia sul quale basare tutte le nostre configurazioni.
La gabbia di impaginazione
Come detto per sviluppare i nostri layout, abbiamo bisogno di sviluppare uno strumento, la gabbia, che ci aiuti a delimitare gli spazzi della pagina e stabilire delle regole editoriali. Per farlo possiamo utilizzare approcci differenti: Possiamo andare ad occhio (ma spesso questa soluzione genera layout irregolari e sgradevoli) utilizzare un canone classico (ma questo approccio funziona bene solo in determinati contesti) oppure costruire una nostra griglia di impaginazione.
Metodo classico
Il metodo classico si basa su canoni aurei che sfruttano i rapporti aurei per trovare il giusto rapporto tra i vuoti e i pieni. (Se vuoi sapere di più in merito alle sezione aurea Leggi questo articolo.). Ad esempio, per impaginare un libro, un catalogo o un pieghevole esistono alcuni canoni classici come il Van der Graaf o il Tschichold nella ricostruzione di Rosarivo. Vediamoli di seguito.
Canone Van der Graaf
Il canone di Van der Graaf, noto anche come “canone segreto“, è la ricostruzione storica di un metodo che veniva utilizzato nel medioevo per la progettazione di libri e manoscritti. Questo canone funziona per qualsiasi rapporto larghezza/altezza di pagina e consente di collocare il corpo del testo in un’area ben specifica rispettando le proporzioni auree tra il contenuto e il bianco.
Con il canone segreto, infatti, otteniamo margini pari a 1/9 e 2/9 delle dimensioni del foglio. Il margine interno risulta essere la metà di quello esterno, con proporzioni stabilite in un rapporto 2:3:4:6. Questo canone è applicabile a qualsiasi formato di pagina, indipendentemente dal rapporto tra larghezza e altezza.

Canone Tschichold
Un altro celebre canone è quello di Tschichold, detto anche “canone d’oro“. Tale canone è stato oggetto di interpretazioni e ricostruzioni di diversi studiosi. Uno di essi è Raúl Rosarivo, che studiò a fondo i libri rinascimentali e concluse, nella sua opera Divina proporción tipográfica (“Proporzione divina tipografica”) del 1947 che i grandi maestri come Gutenberg , Peter Schöffer , Nicolaus Jenson avevano applicato il canone aureo della costruzione della pagina nelle loro opere. Studiando tali opere e quelle successive egli sviluppò una sua costruzione del canone di Tschichold detta ricostruzione di Rosarivo o canone Rosarivo.
In sintesi, il sistema funziona suddividendo l’altezza e la larghezza della pagina in 9 parti e utilizzando due diagonali, una della singola pagina ed una della doppia, per definire le dimensioni dell’area da riempire. Questi canoni hanno dei limiti, sono nati per impaginare libri quindi risultano in alcuni casi limitanti o in altri inutilizzabili.
Metodo a griglia
Un altro dei metodi utilizzati per creare un layout coerente ed efficace è la costruzione della griglia di impaginazione a moduli o gabbia di impaginazione. Un metodo utilizzato ad esempio nella grafica elvetica, o altrimenti detto canone svizzero, e in quella modernista come nel caso del canone Vignelli. Il bello delle gabbie e che esse si svincolano dalla tradizione tipografica e quindi ognuno può crearsi la sua e applicarla a qualsiasi supporto grafico o progetto. Ma cos’è una griglia?

Una griglia non è altro che l’intersezione di righe e colonne che genera dei moduli, separati da uno spazio (detto gutter). La griglia diventa la struttura portante in cui “ingabbiare” i vari elementi. In questo tipo di gabbia i moduli della griglia rappresentano una sorta di unità di misura del nostro layout. L’universalità delle gabbie a moduli è la forza di questo metodo. Nell’esempio:
Abbiamo creato una griglia di un formato quadrato con un margine, dentro il quale scegliamo di costruire la nostra gabbia. Poi, tramite l’intersezione di otto righe e otto colonne, otteniamo una griglia da 64 moduli ovvero una griglia 8x8.

Come detto questo metodo è più flessibile del primo e si può applicare a qualunque supporto grafico, non solo libri ma anche flyer e manifesti pubblicitari. Inoltre, consente di sviluppare layout in maniera personale e per formati di qualunque genere anche quadrati.
Dalla griglia al layout
Partendo esempio della griglia 8×8, possiamo sfruttare la griglia creata per generare i nostri layout. L’importante è rispettare i moduli che abbiamo creato. Ad esempio:
All’interno di questa griglia disponiamo un testo da 6x1 sulla prima riga (il titolo) partendo dalla seconda colonna. Nella seconda riga, a cominciare dalla seconda colonna abbiamo predisposto un’immagine 6x3 e appena sotto (quindi a partire dalla terza riga) un’altra area di testo 6x3.

Con una singola griglia si possono realizzare una moltitudine di layout e su una singola pagina si possono realizzare infinite combinazioni di griglie.

Come si vede, ogni elemento segna la posizione di un eventuale contenuto che quindi potrà essere messo all’interno e occupare l’area prevista. Una volta definito il layout possiamo facilmente procedere con l’impaginazione finale, nel nostro esempio il risultato potrebbe essere questo.

Conclusione
Abbiamo visto come creare i layout delle nostre pagine, sfruttando i metodi classici o creando una griglia di impaginazione. Non esistono regole scritte ma solo canoni, non c’è un modo giusto o sbagliato ma un approccio giusto (quello matematico/scientifico) e quello sbagliato (a tentativi). Deve essere il progettista che, tramite le sue conoscenze e la sua esperienza, dovrà scegliere come “architettare” il proprio lavoro. Anche se a volte può sembrare un passaggio noioso, in realtà il layout è uno strumento fondamentale sia per prodotti destinati alla stampa che per pagine web.