Tecniche di stampa: Litografia Offset

Macchina offset

Dalla sua invenzione la stampa offset ha rivoluzionato il mondo della stampa grazie alla sua capacità di produrre stampe di alta qualità in modo efficiente ed economico. In questo articolo, capiremo come funziona la stampa offset come è fatta una macchina di stampa litografica offset e qual è il processo necessario per realizzare una stampa.

Come funziona la stampa Offset

La stampa offset è una stampa litografica, ovvero una tecnica di stampa chimico-fisica che si basa sull’utilizzo di una “matrice”, un tempo costituita da una pietra calcarea (da qui litos), oggi rappresentata da una lastra in film o materiale metallico (ad esempio zinco). Le parti stampanti e non stampanti sono poste sullo stesso piano, quindi senza un vero rilievo, e grazie alla (relativamente) bassa usura della matrice è possibile ricavare un certo numero di copie che vengono chiamate “tiratura”. L‘offset è una particolare evoluzione della litografia ma la domanda che molti si sono posti è:

Perché si chiama offset?

Il termine “offset” si riferisce al fatto che l’immagine stampata non viene trasferita direttamente dalla matrice alla superficie da stampare (carta o altro materiale) ma attraverso un rullo intermedio, chiamato appunto rullo offset o cilindro di offset.

La litografia offset è, quindi, un processo di stampa planografico e indiretto che prevede il trasferimento dell’immagine da una matrice, detta lastra, ad una cilindro di stampa e infine sulla superficie di stampa desiderata. Questo metodo è possibile grazie alle proprietà chimiche dell’inchiostro utilizzato. L’acqua e l’inchiostro, infatti, non si mescolano e questo permette quindi di inchiostrare solo alcune parti della lastra, ovvero quelle non umide.

Questo processo consente una distribuzione uniforme dell’inchiostro sulla superficie di stampa, risultando in stampe di alta qualità e dettagliate. Inoltre, si possono preparare più lastre ognuna con un inchiostro differente per stampe a colori. L’intero processo di stampa si può suddividere in tre fasi principali:

  1. Prestampa
  2. Preparazione stampa
  3. Stampa
  4. Post stampa

Fase 1 – Prestampa:

Prima di procedere con la stampa vera e propria è necessario fare una fase di prestampa. In questa fase si prepara la stampa partendo dal file esecutivo di stampa per definire la sequenza delle pagine da stampare e separare le tinte del file nelle componenti cromatiche corrispondenti agli inchiostri necessari per realizzarle. (Se vuoi approfondire la preparazione dei file esecutivi leggi questo articolo dedicato).

Questa operazione fa parte di un processo detto “caduta macchina” o “imposition” necessario per produrre le lastre di stampa (le matrici appunto). Per prima cosa si dovrà predisporre il file per le operazioni successive, verificando se sono presenti tutte le informazioni e allineando i profili colore a quelli della stampa (Se non fatto dal grafico, il tipografo converte eventuali immagini RGB nel profilo di stampa ad esempio CMYK)

Imposition

L’imposition mostra allo stampatore come impostare le segnature ovvero la sequenza di pagine su ogni foglio macchina. La stampa viene infatti realizzata su un foglio macchina molto grande, quindi, su un singolo foglio macchina possono essere stampate diverse pagine di un libro o diverse copie di un volantino, poster o pieghevole.

Se ad esempio dobbiamo stampare un libro o un pieghevole, gli schemi di caduta macchina mostrano come stampare le singole pagine su ogni facciata (bianca e volta) del foglio macchina in modo tale che piegando il foglio le pagine del libro risultino nella corretta sequenza.

Esempio di segnature
Segnature in quartino, ottavo o sedicesimo

Il foglio macchina, in fase di confezionamento, verrà piegato e rifilato, quindi gli schemi di caduta macchina fanno in modo che le segnature vengano stampate correttamente in modo tale che dopo la piega e il taglio del foglio macchina le pagine risultino avere la sequenza corretta.

Battuta di colore

Gli schemi di caduta macchina riportano anche le informazioni necessarie sui i colori da utilizzare nelle varie segnature compresa la presenza di eventuali colori speciali. Ciò aiuta a calcolare la battuta colore e a raggruppare le pagine da stampare con un certo colore, ottimizzando la stampa.

Un singolo artefatto, infatti, può essere stampato con un numero diverso di inchiostri in ogni pagina. Un catalogo, ad esempio, può avere pagine tutte in nero alternate a pagine con due colori e avere ogni tanto pagine con immagini colorate e pagine in cui è richiesto l’uso di un colore speciale ad esempio un Pantone (Se vuoi sapere di più sui Pantone leggi questo articolo).

Metodo di sintesi sottrattiva

Una cosa molto importante è capire che non sempre un colore corrisponde ad un inchiostro. Le macchine offset sfruttano il metodo di sintesi dei colori detto sottrattivo. Quindi, per ottenere un determinato colore (ad esempio il rosso) possono volerci due o più inchiostri (Ad esempio il Magenta e il giallo.) Oppure bisogna utilizzare un inchiostro speciale (ad esempio un Pantone rosso).

Per ogni inchiostro, comunque, bisognerà creare una lastra e ogni lastra avrà una così detta retinatura.

Controllo e ottimizzazione

Dopo un controllo per verificare se si necessitano di abbondanze (trapping), qualche prova colore (color proofing) a monitor (soft proof) e su stampante (hard proof), il lavoro viene interpretato e se necessario rasterizzato.

Retinatura

macro-punti-stampa
Ingrandimento di una superfice stampata in quadricromia. Immagine da  maurobeltran

Una volta definita la separazione dei colori in base agli inchiostri utilizzati bisogna generare per ogni lastra un così detto retino. Questa tecnica consente di scomporre un immagine a tono in tanti piccoli puntini con distanze e/o di dimensioni diverse. Questo è necessario perché la stampa offset è un stampa di tipo binario (colore si/colore no), in quanto può stampare uno quantitativo uniforme di inchiostro.

Ne consegue che per riprodurre le diverse tonalità di un singolo inchiostro (ad esempio per fare il grigio con l’inchiostro nero) è necessario stampare una serie di punti che in base alla loro dimensione o distanza ci restituiscono un colore più o meno intenso.

Ad esempio: stampando puntini neri più o meno distanti tra loro si ottiene un grigio più o meno chiaro.

Il processo che definisce il retino corretto per ottenere i toni con un determinato inchiostro viene chiamata retinatura.

La retinatura serve anche per ottenere delle tinte “miscelando” due o più inchiostri. Ad esempio per ottenere una tinta rossa utilizzando il magenta e il giallo, si dovranno generare due retini (uno per il magenta e uno per il giallo) in maniera tale che stampando prima uno e poi l’altro sullo stesso foglio si ottenga, grazie ad un’illusione ottica, il rosso (un po’ come facevano gli impressionisti con la tecnica del puntinismo).

Separazione dei colori per la retinatura

Lastre di stampa

Una volta processato il file esecutivo, definiti i fogli macchina con le signature, gli inchiostri da utilizzare e i retini, si può procedere con la realizzazione delle lastre di stampa. Questo passaggio consente di creare una lastra con zone che respingono l’acqua e riusciranno quindi a trattener l’inchiostro oleoso.

In passato si utilizzava la fotocomposizione e poi una tecnica chiamata fotoincisione che utilizzava lastre fotosensibili. Oggi, le tecniche computer-to-plate (CTP) riducono notevolmente i tempi di prestampa permettendo anche modifiche last-minutes, grazie all’utilizzo di stampanti laser a controllo digitale per incidere le informazioni direttamente dal file alla lastra.

Fase 2 – Preparazione stampa

A questo punto si può partire con la stampa vera e propria. Questa tappa coinvolge la preparazione degli inchiostri e l’installazione delle lastre nella macchina offset. L’avvio della macchina dà il via al trasferimento dell’inchiostro, che attraversa diversi rulli prima di depositarsi sul foglio di carta.

Prima di tutto vengono inserite le lastre nei castelli, una macchina di stampa offset avrà tanti castelli quanti sono gli inchiostri che potrà stampare. In una tipografia mediamente una macchina offset ha almeno cinque castelli, uno per ogni colore della quadricromia (Ciano, Magenta, Giallo, Nero) più uno per un colore speciale. Successivamente comincia la preparazione della macchina di stampa:

Preparazione del supporto e registro

Inizialmente, si posiziona la superficie di stampa o supporto nella macchina, regolando la quantità di carta in base alle necessità: si fa riferimento al termine “mettifoglio” per indicare se la pila di carta è bassa o alta. Attraverso l’elettronica viene prelevato ogni foglio con delle ventose e posizionato sul “piano di registro“.

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Schema di una Macchina di stampa offset

Una stampa è considerata perfetta quando ogni colore si sovrappone in modo preciso agli altri, e questa precisione è definita come registro. Pertanto, sul piano di registro, è essenziale che il foglio sia allineato sia orizzontalmente (tramite pinze) che verticalmente (tramite squadra). Questi due supporti assicurano sia la precisione della stampa da un colore all’altro, sia un taglio impeccabile nella successiva fase di legatoria e finissaggio.

Preparazione della lastra e del colore

Ad ogni inchiostro una lastra, ad ogni lastra un castello

Ogni macchina di stampa offset è composta da singoli gruppi di stampa litografica indiretta che imprimeranno sulla superfice un determinato inchiostro. Questi gruppi di stampa si chiamano castelli. ad ogni castello della macchina di stampa viene associata una lastra retinata e versato l’inchiostro corrispondente, che andrà ad inchiostrare appunto le lastre.

Fase 3- Stampa

Adesso è tutto pronto per stampare! Ci si avvia verso la parte più significativa e centrale della procedura di stampa litografica offset che avviene in ogni singolo castello quindi per ogni inchiostro. Si tratta di un processo meccanico che avviene quasi simultaneamente al passaggio del foglio nel castello ma che qui descriviamo in cinque passi.

Passo 1: Macinazione degli inchiostri

La fase successiva nell’ambito della stampa offset è la macinazione degli inchiostri, un processo cruciale per il corretto svolgimento dell’intero procedimento.

Durante questa fase, viene inserito l’inchiostro un insieme di rulli in acciaio e gomma, ruotando e sfregando fra di loro, lavora per macinare l’inchiostro, rendendolo progressivamente uniforme e privo di grumi.

Passo 2: Inumidimento e inchiostratura:

Il principio di funzionamento si basa sul fatto che la natura oleosa dell’inchiostro e l’acqua non si mescolano risultano incompatibili e si respingono a vicenda. La lastra con la retinatura viene inumidita e l’acqua crea uno strato protettivo solo sulle zone che non dovranno trattenere l’inchiostro. L’inchiostro, invece, essendo oleoso, aderisce solo nelle zone non protette dalla pellicola d’acqua.

Schema di funzionamento del castello offset
Schema di funzionamento di un castello offset

Passo 3: Trasferimento su Rullo Offset:

Il rullo offset o cilindro di stampa, strofinando con il cilindro lastra, viene “macchiato” dalla lastra retinata che vi trasferisce l’inchiostro.

Passo 5: Stampa sulla Superficie desiderata:

Il foglio di stampa, passando tra il rullo di pressione (o di trasferimento) e il cilindro di stampa, riceve l’inchiostro che rimane impresso sulla superfice.

Passaggio al castello successivo e Asciugatura

A questo punto il foglio passa al castello successivo che imprimerà la retinatura successiva. Quindi i passi dall’uno al cinque si ripetono tante volte quanti sono i castelli.

Dopo l’ultimo castello, la superficie stampata passa attraverso un processo di asciugatura che assicura che l’inchiostro si fissi correttamente sulla superficie di stampa, garantendo un risultato finale di alta qualità e pronto per eventuali lavorazioni aggiuntive o finiture.

Pila di carta

Fase 4 – Post-Stampa

La conclusione di questo ciclo avviene nella fase post-stampa. Qui, sui fogli appena stampati, vengono applicate finiture speciali ed eventuali nobilitazioni, come plastificazioni o rilievi a secco. Successivamente, si procede con i processi di piegatura, taglio e rilegatura (per approfondire le rilegature puoi legge questo articolo che spiega come è fatto un libro). Quindi nel post-stampa si effettuano i seguenti passaggi

Conclusione

In conclusione, la stampa offset ha cambiato radicalmente il panorama della stampa grazie alla sua capacità di offrire risultati di alta qualità in modo efficiente ed economico su grosse tirature. Va detto che i vantaggi economici si cominciano ad apprezzare a tirature abbastanza alte da permettere in maniera scalare di “spalmare” i costi di prestampa. Tuttavia, con la sua combinazione di precisione, versatilità ed economicità, la stampa offset rimane una forza trainante nel mondo della stampa moderna, soddisfacendo le esigenze delle aziende e portando la qualità delle stampe a livelli sempre più alti.

Autore dell'articolo: Roberto Maiolino

Formazione professionale da graphic designer, lavoro nel settore nel marketing tradizionale e digitale. Una figura unica per la grafica, la comunicazione e l’advertising. Da anni lavoro per le aziende sul territorio nazionale e per le agenzie di comunicazione del Trentino-Alto Adige. www.robertomaiolino.it

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