Registrazione del marchio: La guida definitiva

Nel vasto panorama del marketing aziendale, la registrazione del marchio emerge come un passo cruciale per garantire la protezione e l’esclusivività di un’identità commerciale e visiva. La pratica di registrare un marchio non solo conferisce diritti legali esclusivi, ma costituisce anche un fondamento solido per la reputazione e la visibilità di un’azienda.

In questo articolo, esploreremo dettagliatamente l’importanza della registrazione del marchio, analizzando i benefici tangibili e intangibili che essa offre. Dalla salvaguardia contro possibili violazioni alla costruzione di una forte identità di marca, ci immergeremo nel mondo della registrazione del marchio per comprendere appieno il suo impatto strategico e la sua rilevanza nell’arena competitiva delle imprese.

Perché registrare un marchio

Registrare un marchio è un investimento strategico che offre non solo protezione legale ma anche valore aziendale e uno strumento efficace di difesa dell’identità di marca in un mercato competitivo. Quindi registrare un marchio è importante almeno per queste quattro ragioni:

  1. Protezione Legale: La registrazione del marchio conferisce all’azienda diritti legali esclusivi sul proprio marchio, impedendo ad altri di utilizzarlo in modo simile o identico per prodotti o servizi simili. Questa protezione è cruciale per difendere l’identità distintiva e il valore commerciale associato al marchio.
  2. Deterrente alle Violazioni: La presenza di un marchio registrato serve come deterrente contro possibili violazioni da parte di terzi. L’avviso pubblico della registrazione, spesso indicato dal simbolo ®, avverte chiaramente che il marchio è protetto e soggetto a leggi sulla proprietà intellettuale.
  3. Creazione di Valore: Un marchio registrato può diventare un asset strategico per l’azienda, aumentando il suo valore patrimoniale. Questo può essere un elemento fondamentale in operazioni finanziarie come fusioni, acquisizioni o partnership.
  4. Costruzione dell’Identità di Marca: La registrazione del marchio contribuisce a costruire e consolidare l’identità di marca dell’azienda. Rappresenta un impegno formale nei confronti dei consumatori, creando fiducia e fedeltà nei confronti del marchio.

Marchi non registrati

La domanda sorge spontanea:

Posso usare un marchio anche se non è ancora stato registrato?

La risposta è semplicemente sì. La registrazione non è obbligatoria e va detto che essa riguarda esclusivamente i Diritti di utilizzo del marchio e non i Diritti d’autore. Esatto, avete letto bene:

La registrazione di un marchio non fa acquisire il diritto d’autore ma solo quelli di utilizzo

Inoltre, va detto che l’ufficio preposto può anche respingere la tua richiesta, oppure può accadere che soggetti terzi facciano opposizione perché il tuo marchio risulta essere simile ad uno già registrato. Quindi può senz’altro essere necessario utilizzare un marchio non registrato. Un esempio celebre è il caso Adidas: Con la sentenza del sentenza del 16 giugno 2019, il Tribunale dell’Unione Europea, afferma che le tre strisce parallele di Adidas, sono considerate un marchio figurativo ordinario e privo di carattere distintivo. La decisione del Tribunale conferma l’annullamento della registrazione del marchio, in linea con quanto precedentemente stabilito dall’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO).

Logo Adidas – scarpa

In ogni caso, registrare il marchio generalmente risulta conveniente perché, la protezione del marchio si rafforza col tempo. Infatti, in Italia, superato senza ostacoli il periodo previsto per l’opposizione e trascorsi 5 anni dalla registrazione, diventa molto difficile impossibile perdere il diritto di sfruttamento esclusivo sul proprio marchio. 

Differenza tra Copyright e Registrazione del marchio

In molti credono che si tratti della stessa cosa, ma non è così. Il marchio registrato è un deposito del marchio che viene fatto presso un ufficio di stato e che attesta la proprietà del marchio. Serve a tutelare il diritto di utilizzo e lo sfruttamento commerciale. Esso fa riferimento alla natura imprenditoriale di un dato artefatto e si applica a determinate categorie merceologiche, in territori precisi con una validità limitata nel tempo.

il copyright, invece, tutela il diritto d’autore. Quest’ultimo è un diritto naturale che sorge nel momento stesso in cui nasce l’opera d’ingegno, senza vincolo di registrazione, senza limite di tempo o territorio. Il diritto d’autore è riservato all’autore dell’artefatto e non al suo utilizzatore.

Mentre il diritto di utilizzo si ottiene attraverso la registrazione del marchio e la proprietà si intesta all’azienda che lo sfrutterà commercialmente, per ottenere la tutela dei diritti di autore basta poter dimostrare di essere gli autori dell’opera e di averla creata per primi. È sufficiente, quindi, dimostrare l’avvenuta creazione dell’opera in una data ben precisa.

Tuttavia, dimostrarlo non è sempre facile. Ci sono diversi siti o enti che possono aiutare ad ottenere prove di paternità dell’opera ma la strada più sicura, per dare la prova certa, è senza dubbio quella di pubblicare l’opera presso un ente certificatore.

In Italia, ad esempio, rivolgendosi alla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), si ottiene l’attestazione della data di pubblicazione o, comunque, un attestato relativo all’opera.

Il simbolo della R cerchiata

composizione del marchio

Il simbolo ® del marchio registrato rappresenta L’avviso pubblico della registrazione, non è obbligatorio utilizzarlo ma viene fortemente raccomandato. La sua funzione principale è quella di avvisare consumatori, clienti e concorrenti che il marchio che stanno osservando è stato registrato e quindi legalmente protetto. Questo simbolo rappresenta anche uno strumento significativo dal punto di vista della comunicazione d’impresa, poiché dimostra l’investimento di un’azienda sul marchio e può diventare parte del Know-how aziendale.

È importante sottolineare che: Anche se la protezione legale è garantita dal certificato di registrazione, tutti i marchi anche quelli registrati sono comunque soggetti a un certo rischio. Per questo, l’utilizzo del simbolo ®, combinato magari con una strategia di comunicazione, può contribuire a mitigare il rischio.

Se invece, un marchio non presenta la ® si può presentare un rischio di volgarizzazione o utilizzo improprio in buonafede. In poche parole: Senza ® chi utilizza il tuo logo potrebbe non sapere che esso è registrato o addirittura il consumatore che lo nomina potrebbe non capire che si tratti di un marchio.

Diritto di apporre il glifo ®

La legge prevede che si possa usare la ® solo quando si è ottenuto il certificato di registrazione. Perciò può usare il simbolo ® solo chi è in possesso del documento che attesta la proprietà esclusiva del marchio.

Quindi l’iter da seguire per poter apporre la ® consiste nel:

  1. Assicurarsi che il proprio marchio abbia un carattere distintivo che rispecchi i requisiti previsti dalla legge e che non sia simile o identico ad altri marchi. Affidarsi ad un buon progettista grafico in questi casi è la scelta migliore perché egli si occuperà di fare una ricerca visiva prima di progettare il marchio;
  2. Depositare la domanda attraverso un professionista oppure rivolgendosi direttamente all’UIBM;
  3. Attendere risposta, nel frattempo potete utilizzare il marchio ma senza la R;
  4. Se la richiesta di deposito va a buon fine, l’ufficio pubblica la domanda di registrazione sul bollettino dei marchi, dando così la possibilità ai terzi di opporsi;
  5. Se non ci sono contestazioni da parte di terzi, l’ufficio emette il certificato di registrazione;
  6. Una volta ottenuto tale certificato si può appore senza problemi la ® al proprio marchio.

La procedura richiede del tempo, quindi possono passare anche molti mesi dalla richiesta all’ottenimento del certificato quindi fate attenzione attenzione perché l’utilizzo prima del tempo del simbolo R di marchio registrato può comportare una sanzione.

Differenza tra R e TM

Soprattutto quando si parla di marchi stranieri, può succedere che al posto di ® si utilizzi il simbolo TM, che sta per Trademark. In Italia il simbolo TM non ha un valore specifico e può essere usato per indicare che un nome è un marchio, anche se non ancora registrato. Non esiste, quindi, una legge specifica sull’uso di TM” e questo simbolo non rappresenta una tutela.

Tuttavia, è prassi sempre più diffusa quella di utilizzare “TM” per indicare un marchio in attesa di essere registrato e indicare”®” per indicare un marchio registrato. Questo almeno in Italia, per alcuni marchi stranieri è possibile che il simbolo “TM” abbia lo stesso significato del simbolo ® di marchio registrato.

L’onere di utilizzo del marchio

Va fatta un ulteriore precisazione su un aspetto che pochi conoscono. Affinché la registrazione sia efficace e non contestabile è obbligatorio utilizzare il marchio. Infatti, a partire dalla data in cui hai ottenuto il certificato di registrazione, scatta un periodo di tempo (Italia è di 5 anni) entro il quale chiunque può rivolgersi all’ufficio e chiedere la cancellazione del tuo marchio con la motivazione che questo non è mai stato usato.

L’onere di dimostrare l’utilizzo è a carico del proprietario del marchio. In caso di contestazione, quindi, dovrai produrre tutta la documentazione per evitare la cancellazione.

Il pericolo della “Volgarizzazione”

Abbiamo accennato prima della volgarizzazione del marchio nominale, cioè la situazione in cui un la denominazione di marchio registrato diventa di uso comune ad esempio per descrivere un tipo di prodotto. Esempi celebri possono essere:

  • Coca-cola usato per indicare una qualsiasi bibita alla Cola
  • Scotch usato per indicare il nastro adesivo (esatto Scotch è una marca);
  • Thermos per indicare la borraccia termica.

Attenzione perché una volta diventato di uso comune si perde la tutela del marchio nominale (Questo comunque non avviene mai per il diritto d’autore del naming o dell’artefatto grafico). Ci sono diverse strategie per evitare che questo avvenga:

  • Tutelati legalmente – Attraverso, ad esempio, una diffida nei confronti di chiunque usi il marchio per descrivere il prodotto che rappresenta.
  • Applicare la R per sottolineare che si tratta di un marchio e non di un nome proprio
  • Comunicazione – Fai storytelling sul tuo marchio su i tuoi supporti di comunicazione istituzionale: La storia, perché hai scelto quel nome, quali sono i valori aziendali che rappresenta.
  • Advertising – Avvia una campagna pubblicitaria di informazione e posizionamento del tuo brand

Facciamo un po’ di conti: Quanto costa registrare un marchio?


Per comprendere le spese associate alla registrazione di un marchio, è necessario inizialmente chiarire alcuni aspetti:

  1. le tasse di registrazione richieste dagli uffici nazionali o sovranazionali (italiano, europeo, internazionale o dei singoli paesi in cui intendi registrare).
  2. la territorialità, cioè in quali e in quanti Stati vuoi commercializzare i tuoi prodotti o servizi
  3. il numero di classi merceologiche da coprire
  4. il compenso del professionista che si occupa della pratica di registrazione. Questo costo dipende dal professionista e volendo potrebbe essere una spesa evitabile si ha tempo a disposizione e non è necessaria un assistenza esterna all’azienda.

Registrazione Marchio nei vari paesi

Abbiamo visto che la voce più incisiva del costo di registrazione è rappresentata dalle tasse, che dipendono dai territori in cui vuoi operare e anche da quali classi merceologiche si vogliono coprire.

Se vuoi commercializzare i tuoi prodotti o servizi solo in Italia le tasse saranno più contenute ma se intendi vendere anche in Europa ti conviene optare per la registrazione del marchio Europeo, con tasse sicuramente più alte ma che in un solo colpo ti tutelano in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.

Se invece vuoi registrare il marchio anche fuori dall’UE, si parla di marchio Internazionale. Qui l’ammontare delle tasse dipende dai singoli territori extra-UE in cui vuoi estendere il tuo business.

Benché i costi sono variabili, giusto per capire di che cifre si parla, proviamo a fare una stima orientativa:

  • Marchio in Italia: circa 149 Euro se non nomini un rappresentante e procedi da solo in camera di commercio o presso l’UIBM
  • Marchio Europeo: Si parla generalmente di 850 Euro per 10 anni di validità
  • Paesi che aderiscono al Marchio Internazionale: dipende molto dai territori di tuo interesse ma si parte da un minimo di circa 800 Euro a cui si aggiungono le tasse richieste dai singoli Paesi in cui vuoi operare.
  • Paesi che NON aderiscono al Marchio Internazionale: l’ammontare delle tasse dipende dai singoli Stati. Negli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, le spese di deposito ammontano a circa 4.000 Euro, cui si aggiungono circa 1.000 Euro per le spese di autenticazione, più il compenso per il corrispondente locale al quale bisogna necessariamente rivolgersi per portare avanti la pratica.

Conclusione

In conclusione, la registrazione del marchio emerge come un pilastro imprescindibile per proteggere e valorizzare l’identità aziendale. Per approfondire ulteriormente il mondo affascinante del brand design, invitiamo a leggere anche il nostro articolo su logo, marchio e logotipo. Adesso sapete tutto ciò che serve in tema di registrazione del marchio, scoprirete strategie pratiche per plasmare un’identità di marca distintiva e duratura.

Autore dell'articolo: Roberto Maiolino

Formazione professionale da graphic designer, lavoro nel settore nel marketing tradizionale e digitale. Una figura unica per la grafica, la comunicazione e l’advertising. Da anni lavoro per le aziende sul territorio nazionale e per le agenzie di comunicazione del Trentino-Alto Adige. www.robertomaiolino.it

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