Design: La Bauhaus dal Modernismo al Funzionalismo

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Introduzione

In uno dei primi articoli di questo blog abbiamo parlato di minimalismo, sintesi e astrazione, concetti che vennero sviluppati e affrontati a partire dall’800, durante un momento storico di rinnovamento, alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Il Modernismo che ne derivò fu il seme della nascita di nuovi movimenti che influenzarono il design di tutto il mondo. Alcuni dei movimenti più influenti nacquero tra le pagine del De Stijl e le mura della Bauhaus.

Senza ombra di dubbio, la Bauhaus ha influenzato il “mondo del visibile” durante tutto il novecento e oltre, dettando le regole nel campo del design e dell’architettura e prefigurando i principi su cui si sviluppò il graphic design europeo. Un grande laboratorio artistico, tecnico e culturale che sviluppo i concetti propri del Modernismo per elevarli a Funzionalismo. Le sedie su cui sediamo, i palazzi in cui viviamo, gli elettrodomestici che utilizziamo e i software su cui lavoriamo; Tutto il mondo che ci circonda è stato influenzato, se pur lontanamente o indirettamente, dai risultati della Bauhaus.

Formiamo dunque una nuova corporazione di artigiani […] Impegniamo insieme la nostra volontà, la nostra inventiva, la nostra creatività nella nuova costruzione del futuro, la quale sarà tutto in una sola forma: architettura, scultura e pittura e, da milioni di mani di artigiani, si innalzerà verso il cielo come un simbolo cristallino di nuova fede che sta sorgendo!

– Walter Gropius. Manifesto-programma 1919. –

Dall’Arts and Crafts alla Scuola di artigianato artistico

Per quanto, per certi aspetti estetici e morali, il Funzionalismo deve molto alle correnti artistiche proprie del Modernismo e dell’Art Nouveau, dal punto di vista concettuale, l’esempio a cui si rifaceva la Bauhaus veniva dall’Arts and Crafts Movemen. Un movimento nato in Inghilterra nell’Ottocento come reazione allo scadimento qualitativo ed estetico degli oggetti di uso comune, imputabile all’incontrollata industrializzazione. Fine dichiarato dell’Arts and Crafts era riportare in vita un’arte, sul modello dei manufatti prodotti nelle botteghe medievali, un’idea che sarà poi all’origine delle vicende che condurranno alla fondazione del Bauhaus.

Solo il lavoro che è il prodotto di un obbligo interno può avere un significato spirituale.

– Walter Gropius –

Impegnata a strappare all’Inghilterra il primato in campo produttivo, la Germania accolse le idee dell’ Arts and Crafts, sfrondandole dalla romantica nostalgia per un artigianato preindustriale, poco confacente alla sua nuova vocazione imprenditoriale. Migliorare qualitativamente il lavoro dell’industria divenne una delle parole d’ordine della Confederazione germanica di arti e mestieri, un’ associazione di artigiani, industriali e artisti fondata a Monaco nel 1907, della quale nel 1912 entrò a far parte il giovane architetto Walter Gropius. Quello stesso Gropius che solo cinque anni più tardi avrebbe decretato la morte di tale Confederazione e avrebbe insistentemente richiesto che gli fosse affidata la direzione della Scuola di artigianato artistico di Weimar.

La nascita della Bauhaus

La parallela aspirazione dell’ Accademia di belle arti di quella stessa città di dotarsi di corsi di architettura e artigianato artistico determinarono la decisione governativa di riunificare i due istituti. Nasceva così la Bauhaus statale di Weimar, la cui direzione fu affidata per l’appunto a Gropius. Sul manifesto-programma della nuova scuola, diffuso in tutta la Germania nel 1919, campeggiava la xilografia di Lyonel Feininger raffigurante una cattedrale , intesa come simbolo dell’opera d’arte totale e dell’unità sociale. Quella che stava nascendo era, nelle intenzioni di Gropius, una comunità di lavoro simile a quelle dei costruttori di cattedrali, in cui tutti i saperi, artistici e tecnici, intellettuali e manuali avrebbero concorso, al medesimo livello, alla realizzazione dell’opera.

Walter Gropius. Manifesto-programma 1919

Conclusioni: Bauhaus e il suo lascito

Il manifesto che dichiarava il programma del primo anno accademico, esprimeva la volontà di voler cambiare il mondo, puntando sullo sviluppo di progettisti e artigiani che avessero, oltre alla capacità, anche la responsabilità di dare forma “artistica” ad un qualunque oggetto d’uso. La scuola di Gropius ha formato i più grandi maestri di architettura e design che a loro volta hanno influenzato il mondo dell’arte e della comunicazione in tutto il globo. Ciò che la Bauhaus ci lascia oggi è un mondo di favolose immagini tanto semplici nella scelta di forme puramente geometriche, quanto complesse nella loro progettazione. Nel prossimo articolo approfondiremo una parte importante della storia della Bauhaus dalla sede di Dessau fino all’esperienza statunitense.

Autore dell'articolo: Roberto Maiolino

Formazione professionale da graphic designer, lavoro nel settore nel marketing tradizionale e digitale. Una figura unica per la grafica, la comunicazione e l’advertising. Da anni lavoro per le aziende sul territorio nazionale e per le agenzie di comunicazione del Trentino-Alto Adige. www.robertomaiolino.it

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